A seguito di violente proteste di piazza, che – sin dal mese di novembre 2013 – hanno causato anche morti e feriti, il Governo thailandese si è dimesso e ha indetto nuove elezioni per il 2 febbraio 2014. Le forze di opposizione continuano tuttavia a ricorrere alla piazza, soprattutto a Bangkok, e chiedono di prendere il potere per volere del popolo. Il Governo, per quanto dimissionario, mantiene il punto sulla scelta democratica e quindi sul ricorso alle urne.
Il 13 gennaio 2014 e’ iniziato il “blocco” di Bangkok, teso ad ostacolare le attività di Governo. Episodi di violenza (tra cui anche l’esplosione di diversi ordigni e colpi di arma da fuoco che hanno provocato morti e feriti) hanno portato il Governo a dichiarare – a decorrere dal 22 gennaio per 60 giorni – lo stato di emergenza a Bangkok e zone limitrofe. Domenica 26 gennaio, giorno delle elezioni anticipate, si sono verificate violenze ai seggi con un morto e diversi feriti e contusi.
Benché si tratti di uno scontro ideologico e politico interno, che non ha quindi alcuna connotazione xenofoba, la situazione e’ comunque tesa e rischia di coinvolgere anche gli stranieri.
A residenti e turisti si raccomanda la massima cautela ed un costante aggiornamento, e si ribadisce la necessità di mantenersi lontani da ogni tipo di assembramento e di evitare spostamenti non necessari.
Nella giornata di domenica 2 febbraio, giorno delle elezioni, si attira l’attenzione sull’opportunita’ di evitare spostamenti non necessari in tutto il Paese.
Ai turisti che volessero venire in Thailandia si sconsiglia il fine settimana del 1-2 febbraio prossimo.